STORIA DI UNA LADRA DI LIBRI
Progetto e regia Francesco Campanile
Scrittura scenica Francesco Campanile e Tiziana Tesauro
Con Francesca Del Mondo, Salvatore Veneruso, Paola Maddalena,
Francesca Borriero, Francesco Medugno, Francesco Campanile
Scene Tonino Di Ronza
Realizzazione scene Accademia delle Belle Arti di Napoli
Costumi Ro.Ca.Gi.
Maschere Luca Arcamone
Voice over Gennaro Monti
Audio e luci Lorenzo Ler
Foto e grafica Gianluca Tesauro
Durata 70 minuti
Stagione teatrale 2017/2018
Sinossi
Liesel è una bambina provata dalle dure condizioni di povertà in cui vive la sua famiglia. Il padre è misteriosamente sparito alcuni anni prima e la madre è costretta a dare in affido la piccola a una nuova famiglia. Durante il viaggio, suo fratello muore tragicamente segnandola per sempre. Liesel viene affidata alla famiglia Hubermann, composta da Rosa, una donna burbera e dalle maniere severe, e Hans, un uomo dolce e di animo gentile. I primi tempi nella nuova casa sono difficili, l’unico che le resta vicino è Hans: tra i due nasce un rapporto sincero, fatto di notti in cui l’uomo spiega a Liesel, che non sa leggere né scrivere, l’importanza delle parole. La ragazza diventa il bersaglio dei compagni di scuola, fatta eccezione perRudy, che si dimostra l’unico pronto a difenderla e a custodire i suoi segreti. Liesel accompagna Rosa nei suoi giri per raccogliere la biancheria nelle case ricche della città, tra cui quella del sindaco e della moglie Ilsa. È in una di quelle visite che Liesel conosce la misteriosa e taciturna donna, segnata profondamente dalla perdita prematura del figlio. Ilsa le apre le porte della biblioteca, dalla quale Liesel sottrae alcuni libri. Grazie all’aiuto di Hans la piccola impara a leggere scoprendo un profondo amore per la lettura e le storie, che utilizza come rifugio dagli orrori del nazismo che sta dilagando in tutta la Germania. In un clima di tensione crescente, un giovane ragazzo ebreo irrompe di nascosto in casa Hubermann: si tratta di Max, il figlio di un vecchio amico di Hans, che gli aveva salvato la vita molti anni prima. Per ricambiare il coraggioso gesto di amicizia, Hans e Rosa nascondono il ragazzo in cantina per salvarlo. La situazione precipita e le perquisizioni aumentano: i soldati continuano ad arrestare gli ebrei per condurli nei campi di concentramento. Max si ammala, le sue condizioni di salute sembrano non migliorare, mentre l’avanzare dei bombardamenti non lascia tregua. Proprio durante uno di questi, la casa di Liesel viene rasa al suolo insieme alla sua famiglia e ai suoi amici. La ragazza è l’unica a salvarsi e, parecchi anni dopo, riabbraccerà Max, scoprendo che anche lui è riuscito a salvarsi sopravvivendo all’orrore dei campi di concentramento.
Note di regia
Storia di una ladra di libri è un grande racconto di umanità e coraggio che affronta temi come la conoscenza, la forza delle parole e l’amicizia attraverso gli occhi di una ragazzina. Le paure della giovane protagonista nascono e si sviluppano in un clima di drammatica privazione, di negazione della vita. Le leggi naziste impongono nuovi modelli di comportamento rimarcando il concetto di diverso in un’infinita lotta alla sopravvivenza. Come restare umani in un contesto disumano come quello dell’Olocausto? La storia della ladra di libri ce lo spiega e ci insegna quanto può essere puro e benefico lo sguardo di un bambino, che sa ascoltare il mondo attraverso la musica del cuore. Lo spettacolo presenta un impianto essenziale, in cui ciascun oggetto diventa segno, traccia di un mondo simbolico da scoprire attraverso il gioco degli attori in scena. I corpi recitanti sono corpi che agiscono in un susseguirsi di azioni e parole, di immagini ricche di richiami. La morte, che tutto permea e sfiora con il proprio tocco impalpabile, è il filo che lega gli eventi della narrazione guidando i protagonisti alla scoperta del proprio destino. La storia di Liesel è un racconto di formazione che ci invita a riflettere sul senso del destino e sullo scorrere del tempo, sulla trama beffarda che la vita e la morte tessono per noi intrecciando i fili mentre le nostre esistenze scorrono pensando ad altro.