SCHNELL!
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SCHNELL!

Progetto e regia Francesco Campanile
Scrittura scenica Francesco Campanile e Tiziana Tesauro
Coreografie Christian La Sala
Con Salvatore Veneruso, Paola Maddalena, Francesco Campanile,
Marco Lorenzo Panico, Giulia D’Aloia, Francesco Avallone

Costumi Ro.Ca.Gi., Giovanna Napolitano
Maschere Luca Arcamone
Audio e luci Ciro Ascione
Foto e grafica Gianluca Tesauro
Durata 70 minuti

Stagione teatrale 2018/2019

Sinossi

Schnell! è un grido, un’esortazione a non perdere tempo, a mettersi in salvo. Schnell! è una storia d’amore, quello più profondo e autentico, che intreccia i fili delle vite di Beniamino, Maria, Duccio e Margherita sullo sfondo della seconda guerra mondiale. È una favola in cui viene narrata la storia di una famiglia divisa in due, in cui i protagonisti imparano a ridere e a sperare, nonostante tutto, per resistere a ogni distruzione. Schnell! è la favola di un uomo alla ricerca della felicità e di una donna che, per amore, trova il coraggio di cambiare il suo destino trasformandolo per sempre. È la favola di un bambino che soltanto l’amore del padre può proteggere e salvare dall’inferno più terribile di tutti i tempi, l’Olocausto. Il lager raccontato in scena rappresenta tutti i campi di concentramento del mondo, di qualunque tempo e di qualunque luogo. La storia è quella di una famiglia spezzata che lotta per sopravvivere alla barbarie umana difendendosi con l’amore. Lo spettacolo è un inno alla vita che, anche nelle situazioni più brutte, sa essere meravigliosa.

 

Note di regia

Schnell! è il racconto di una grande storia d’amore. Al di là del dramma storico che accompagna i personaggi facendo da sfondo e da sottofondo alle loro vicende, l’amore per la vita è sempre protagonista. Lo spettacolo è idealmente diviso in due parti: la prima è una fiaba poetica e divertente in cui impariamo a conoscere i nostri eroi e i loro sogni; la seconda, invece, è il racconto di come la Storia prende il sopravvento sulla storia dei singoli e di come ci si possa difendere nell’unico modo possibile, continuando a guardare la vita con gli occhi dell’incanto.

Il lavoro registico ha preso avvio da una riflessione sul gioco e la storia non può che aprirsi con la danza festosa di quattro bambole animate che trascinano Beniamino nel racconto. La scena si presenta volutamente scarna, vuota, occupata da otto sedie bianche dimenticate che, di volta in volta, ridefiniscono lo spazio trasformandolo. La musica, le luci e gli oggetti scandiscono il ritmo brioso e coinvolgente della prima parte: è il ritmo dell’amore e della poesia che trascinano i personaggi in un susseguirsi di momenti caratterizzati dalla leggerezza. Nella seconda, invece, tutto cambia diventando cupo e teso: è il ritmo della morte, della paura che trasforma e abbrutisce.I movimenti coreografici completano e arricchiscono l’insieme scandendo il trascorrere del tempo e della narrazione. Il lavoro di scrittura drammaturgica ha privilegiato la leggerezza e il ritmo delle parole, spesso evocative e simboliche come le azioni degli attori che le accompagnano.