LE GENOVEFFE. UNA FAVOLA AMARA
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LE GENOVEFFE. Una favola amara

Progetto e regia Francesco Campanile
Scrittura scenica Francesco Campanile e Tiziana Tesauro
Movimenti scenici Christian La Sala
Con Salvatore Veneruso, Nicola Tartarone, Vincenzo Castellone, Ciro Pagano
Scene Nicola Tartarone
Realizzazione scene Giovani Teatri
Costumi Giovanna Napolitano
Disegno luci Paco Summonte
Fonico Lorenzo Ler
Foto e grafica Gianluca Tesauro

Prima nazionale Napoli Teatro Festival Italia 2020
Durata 60 minuti

Stagione teatrale 2019/2020

Sinossi
Quattro sorelle ancora nubili, legate da un terribile segreto e dominate dal terrore di svelare se stesse, vivono con la madre anziana, una donna egoista e tiranna. Costrette a crescere in un clima familiare che castra sogni e desideri, le Genoveffe sono donne mai sbocciate che hanno rinunciato a qualsiasi sogno di felicità fino all’arrivo improvviso di un invito che rimette tutto in discussione: Giacomino, il figlio del sindaco, ha organizzato un ballo per tutte le ragazze del paese per cercare moglie. La notizia riaccende la voglia di futuro in una delle quattro, Catena, che, grazie ad un incontro speciale, è decisa a rispondere all’invito che il destino sembra regalarle. Ma la fiducia e l’entusiasmo della ragazza scatenano la gelosia di Misericordia, che lascia esplodere il suo dolore perché non accetta il desiderio di riscatto della sorella.

Note di regia
Le Genoveffe è un’anti-favola che narra di attese tradite e sogni infranti, di promesse deluse, di solitudine e paura. Lo spettacolo, prendendo spunto dalla Cenerentola di Basile e sovvertendone gli ordini – le eterne seconde sono le sorellastre, non la povera orfana relegata in soffitta – nasce da una riflessione sul senso dei legami familiari, della sorellanza e di come le dinamiche nate tra le mura domestiche possono condizionarci e intrappolarci per tutta la vita. Lo spettacolo porta in scena una favola nera in cui è possibile rintracciare alcuni elementi dell’originale, a cui però è stato strappato il lieto fine, perché non sempre arriva il principe azzurro. Catena, Misericordia, Addolorata e Fortunata sono quattro ragazze dai tratti maschili che si aggirano per casa coi corpi sgraziati e i peli sul petto. Hanno smesso da anni di sognare un destino migliore arrendendosi a ciò che la vita ha scelto per loro, incollate al fianco di una madre su una sedia a rotelle, finché un invito inaspettato riaccende le speranze. Forse c’è ancora una possibilità di salvezza e qualcuno disposto a tirarle fuori, ma un antico segreto le tiene imprigionate, legate per sempre le une alle altre. Quanto coraggio devono avere per opporsi a un destino che sembra già scritto? La storia delle Genoveffe è la storia di corpi che incarnano la privazione d’amore, ma è anche e soprattutto una storia che racconta quanto può essere potente il desiderio di libertà. Giocato su due livelli in una fusione tra linguaggio verbale e fisico, lo spettacolo sceglie il corpo come luogo di una femminilità abortita che assume sempre più i tratti di una mascolinità sgraziata e grottesca. In scena pochi elementi a evocare suggestioni e rimandi, in un lavoro in cui il corpo degli attori diventa spazio in cui inscrivere azioni e conflitti.